Hikikomori, ovvero la vita in una stanza. La vita trascorre in una stanza, dove le…

Non esistono i bimbi somari
Il sorriso è un elemento importantissimo nell’approccio all’apprendimento. Quando viviamo le emozioni, infatti, la percezione del nostro cervello manifesta reazioni diverse, a seconda che abbiano una valenza positiva o negativa
Una volta c’erano i bambini bravi e gli “asini” (Collodi docet…), quelli a cui le maestre appendevano il cartello ed esponevano al dileggio degli altri: quante volte abbiamo visto nei vecchi film, o letto nei libri, scenette di bambini portati in giro per la scuola con le orecchie da asino e la scritta “Somaro”?
Per fortuna la ricerca non si è mai fermata ed il progresso della scienza ci ha consentito di capire che questa classificazione non esiste: se alcuni bambini manifestano problemi di apprendimento o di comportamento, occorre comprenderne le cause perché scuola e famiglia possano affrontarle al meglio.
“Il bambino si impegna poco, è pigro, non sta attento, disturba durante le lezioni”: spesso i genitori sentono definire così i propri figli dagli insegnanti! Cosa potrebbe nascondersi dietro tali comportamenti?
Ripercorrendo i primi passi nella scuola dei “grandi”, quindi nel passaggio dalla scuola dell’infanzia alla primaria, con una certa frequenza, si osserva un passaggio vissuto con sofferenza dai bambini, anche per la limitazione della propria libertà nella scelta delle attività o del proprio poter spaziare all’interno della classe. Si sta più tempo seduti e le proposte didattiche non sempre sono molto gradite. Se per alcuni bimbi la scoperta del mondo dei suoni, fino a poco tempo prima vissuto come melodia delle parole da ascoltare, che comincia ad assumere anche un aspetto visivo, i grafemi, costituisce un mondo nuovo da esplorare con interesse, per altri, invece, potrebbe rappresentare un vero e proprio ostacolo all’apertura verso l’apprendimento scolastico.
A volte è difficile dare un’identità fisica o una forma ai tanti suoni del linguaggio; imparare a riconoscerli, uno vicino all’altro, pertanto, diventa impresa ardua, nonostante la familiarità della parola. Imparare a leggere i suoni a cui si è dato forma, inoltre, non è per tutti un’impresa facile!
Un nuovo modo di fare scuola
Pensando ad una prima classe della scuola primaria, si dovrebbe predisporre l’accesso all’apprendimento con flessibilità, considerando che ogni bambino ha i suoi tempi e le sue caratteristiche, mettendo in conto che, potenzialmente, potrebbero essercene alcuni che necessitino di qualche attenzione in più per potersi avventurare in questa nuova esperienza.
Accoglierli con un sorriso è sicuramente il primo segnale che comunica al bambino tranquillità, complicità, benessere. La Lucangeli, docente di “Psicologia dello Sviluppo” all’Università di Padova, è una sostenitrice di un nuovo modo di fare scuola che, basandosi su studi concreti sulle attività cerebrali, ritiene il sorriso un elemento importantissimo nell’approccio all’apprendimento. Infatti, quando viviamo le emozioni, la percezione del nostro cervello manifesta reazioni diverse, a seconda che abbiano una valenza positiva o negativa.
Tornando al nostro bambino, se, mentre questo impara, prova una delle emozioni negative indotte dal modo in cui l’informazione gli giunge, nella sua memoria, oltre all’informazione, resterà anche la condizione emotiva: se si sente inadeguato o impotente nei confronti di ciò che deve apprendere, permarrà prevalentemente il suo senso di inadeguatezza. Un’attenzione particolare va rivolta anche al giudizio che si dà al bambino: il senso di colpa per un giudizio negativo non favorisce certo l’apprendimento! Guardiamolo negli occhi mentre gli parliamo, impariamo a sorridergli. Si può sbagliare, è naturale farlo; non diamo troppo peso all’errore, non è forse una tappa dell’apprendimento stesso?
Ricordiamoci che non tutti i bambini che mostrano delle difficoltà iniziali, successivamente, matureranno un disturbo specifico, soprattutto se coloro che se ne prendono cura avranno la premura di farlo nel modo giusto, con amore e con un… sorriso!
L’approccio giusto dovrebbe essere: tutti i bambini sono “bravi” ma, certamente, hanno bisogno delle giuste cure e, in caso di necessità, genitori e insegnanti si possono rivolgere a specialisti – Psicologi, Psicoterapeuti, Neuropsichiatri Infantili e Logopedisti – per ricevere aiuto e supporto nel difficile compito educativo.
Il Centro Italiano per la Psiche
Per approfondire l’argomento trattato, o ricercarne eventuali altri, può cliccare alla voce Disturbi; per prendere visione dell’attività svolta presso la nostra sede può cliccare alla voce Trattamenti e per usufruire delle prestazioni On-Line può riferirsi a Trattamenti On-Line.
Per contattarci, invece, può fare riferimento all’Ufficio di Segreteria, attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 09:30 alle ore 18:30, ai numeri 06 92599639 e 388 8242645 oppure al profilo Skype Centro Italiano per la Psiche Info
Per ricevere i nostri aggiornamenti può seguirci sui nostri profili Facebook, Twitter, Instagram, Linkedin e YouTube.