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Hikikomori la vita in una stanza

Hikikomori: la vita in una stanza

Hikikomori, ovvero la vita in una stanza.

La vita trascorre in una stanza, dove le ore diventano mesi ed il tempo avanza senza alcun contatto con il mondo esterno. 

 

Hikikomori: che cos’è 

 Il termine giapponese Hikikomori significa “stare in disparte”. Viene quindi utilizzato per definire la volontà di un soggetto di isolarsi dal mondo esterno. La vita hikikomori diventa una vera reclusione in una stanza. 

Questo fenomeno riguarda in prevalenza giovani che trascorrono le giornate tra le mura domestiche, interrompendo qualsiasi relazione esterna con le persone. Le indagini ufficiali del governo giapponese hanno rilevato oltre 1 milione di casi ma anche in Italia, seppur non vi sono dati ufficiali, le associazioni del settore stimano almeno 100 mila casi. 

Il dato più importante è la crescita nella fascia di età oltre i 40 anni. Ciò è causato dai graduali effetti dell’hikikomori. Infatti, sebbene questo disagio si manifesti soprattutto nella fase dell’adolescenza, esso può passare facilmente ad uno stadio cronico e, dunque, durare per molti anni, se non addirittura potenzialmente tutta la vita. 

 

Sintomi nell’hikikomori 

Nonostante non sia una diagnosi ufficiale del DSM-5 – Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, il Ministero della salute Giapponese ha individuato alcuni sintomi specifici negli hikikomori: 

  • rifiuto a frequentare eventi di vita sociale non inferiore a sei mesi; 
  • non frequentano la scuola o non hanno un lavoro;  
  • graduale isolamento dai genitori, che diventa totale nell’ultimo stadio di questo disturbo; 
  • dipendenza da internet come conseguenza dell’isolamento;
  • non sono soggetti con disturbi psichiatrici gravi come ad esempio schizofrenia o depressione. 

I ragazzi hikikomori sono accomunati da una predisposizione caratteriale, dove spesso prevale la timidezza, la sensibilità ed anche una spiccata intelligenza. 

Da quando ha inizio la reclusione, le uniche interazioni che vengono strette sono legate al mondo di internet, magari su chat, social network e soprattutto videogame. 

 I soggetti hikikomori, infatti, iniziano a scambiare il giorno con la notte. Si svegliano tardi, spesso nel pomeriggio, e non si alzano per mangiare o recarsi a tavola. Trascurano la loro igiene personale per lunghi periodi, a volte anche per anni. Le loro radici sono ancorate nella loro stanza. 

 

Come riconoscere un giovane con hikikomori 

Non esiste spesso un momento esatto in cui ha inizio il ritiro sociale, ma il campanello di allarme è nel rifiuto di affrontare situazioni sociali, incontri di famiglia e soprattutto nell’andare semplicemente a scuola. 

Questo disturbo è stato riscontrato soprattutto in soggetti di sesso maschile, tra i 14 e i 30 anni. Spesso sono figli unici o primogeniti, appartenenti a famiglie di ceto medio-alto, in cui uno dei genitori è molto assente. 

 

Hikikomori: quali sono le cause 

Partiamo con il dire che non esiste una sola causa. Inoltre, il fatto che la persona abbia riversato completamente la propria vita su internet, è solo un effetto. Pertanto, sottrarre il giovane dalla propria stanza o dalla propria bolla di isolamento, non è mai la strada giusta. 

Le cause che conducono all’hikikomori possono essere: 

  • pressioni psicologiche ed elevate richieste prestazionali dagli stessi genitori (che spesso possiedono un titolo di studio medio alto o un lavoro di successo); 
  • disagi di varia natura, presenti nell’ambito familiare o sociale; 
  • bullismo scolastico; 
  • rigidità del sistema educativo o pressioni scolastiche; 
  • paura costante del giudizio, che si trasforma in crescenti forme di ansia; 
  • forte timidezza e sensibilità 

 

Sospetto di hikikomori: cosa fare e come comportarsi 

Per i giovani hikikomori il raggiungimento della consapevolezza del proprio problema, e dunque la richiesta d’aiuto, è particolarmente difficile e dolorosa. 

Come bisogna allora comportarsi e quali sono i giusti passi da fare? 

Se individuato e curato precocemente, vengono ridotte le difficoltà iniziali, tipiche nei pazienti con ritiro sociale. Quindi, non bisogna avere timore nel chiedere aiuto e supporto ad uno specialista come lo psicologo e lo psicoterapeuta. 

Si è rilevato efficace, al fine di superare le resistenze iniziali ad avviare una terapia, prevedere inizialmente un trattamento a domicilio o anche una consulenza psicologica On-Line sia individuale che familiare.  

Poiché è estremamente difficile riportare i giovani hikikomori alla vita sociale, l’azione fondamentale è intervenire al primo stadio. Più a lungo il ragazzo resta isolato, più è difficile tornare indietro.  

Come procedere

Se senti di avere necessità di una Consulenza in ambito Individuale, piuttosto che di Coppia o Familiare, puoi fissare un appuntamento contattando i numeri 06 92599639 o 388 8242645, o puoi scrivere all’indirizzo e-mail info@massimocanu.it

In caso di impossibilità a poter raggiungere lo Studio, in Roma, potrai fare altrettanta richiesta per una prestazione On-Line, avvalendoti della piattaforma web appositamente realizzata. E’ intuitiva, rapida e sicura.

A conclusione di tale fase consulenziale, sia in Presenza che On-Line, sarà definito quanto emerso nel corso del lavoro e, eventualmente, saranno focalizzati gli obiettivi per l’avvio di una Psicoterapia, la quale potrà essere Individuale, di Coppia o Familiare.

Chiedere aiuto è un segno di forza e, soddisfare i tuoi bisogni psicologici, equivale a compiere il più importante atto d’amore che possa fare verso la tua persona, ancor prima che per coloro che condividono la loro vita con te.