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Fobia Scolare

Il 12 settembre la campanella è suonata per circa 8 milioni di studenti (www.quotidiano.net) e in un noto quotidiano, già il 13 settembre, potevamo leggere: “Accanto alla gioia di vedere i compagni, ci può essere l’ansia e lo stress” (www.repubblica.it).

In questi giorni, infatti, con l’inizio dell’anno scolastico, numerosi bambini stanno presentando sintomi come mal di pancia, mal di testa, insonnia, stomaco chiuso, irritabilità; questi sono sintomi che possono essere indicativi di un importante disturbo dell’età evolutiva: la fobia scolare.

La manifestazione della fobia scolare – similmente alla fobia sociale nell’adulto – è, nel bambino, una paura marcata e persistente di un contesto sociale specifico, cioè l’ambiente scolastico, nel quale è esposto a possibile giudizio di persone non familiari. L’esposizione alla situazione che si teme genera ansia, che può manifestarsi con sintomi simili a un attacco di panico. Il bambino, allontanato dalla situazione che gli genera ansia, si sente subito meglio. Tale miglioramento immediato, a volte, fa sì che il genitore non creda al reale malessere del figlio, ma pensi ad un suo comportamento capriccioso. L’incomprensione tra genitore e figlio, a questo punto, può tramutarsi in un disagio molto più complesso che coinvolge tutto il nucleo familiare.

In ragione di ciò, nel caso in cui il proprio figlio presentasse i disturbi sopra descritti, sarebbe importante rivolgersi a uno specialista per poter discriminare se il comportamento del bambino sia indice di una fobia scolare o di un capriccio o se, invece, sia determinato da un altro tipo di malessere.

La fobia scolare colpisce molti bimbi ed è un disagio che si ripercuote anche nei genitori quando accompagnano a scuola i propri figli. Ciò, in particolare, accade quando inizia la scuola dell’infanzia, a 3 anni, o il primo anno della scuola primaria, a 6 anni: entrambe queste circostanze rappresentano le iniziali esperienze di distacco tra genitori e bambino, con conseguente avvio di cambiamenti nelle abitudini familiari e scolastiche.

Nell’affrontare la fobia scolare, inoltre, è importante chiedersi che tipo di attaccamento abbia il bambino nei confronti del genitore, in quanto sembra esserci una correlazione tra fobia scolare e modelli di attaccamento. Rispetto alla dimensione relazionale, infatti, “sperimentare una base sicura, permette al bambino di divenire adulto, fidarsi di sé stesso e degli altri, divenendo a sua volta un punto di riferimento” (“Il nido”, di M.T. Bellucci, 2013; (centroitalianoperlapsiche.it). In quest’ottica, quindi, dietro la manifestazione di una fobia scolare del bambino, vi può essere uno stile di attaccamento non sicuro dello stesso genitore che, non elaborato, questi tende a riproporre nel rapporto con il figlio.

La conoscenza dei modelli di attaccamento, pertanto, fornisce molte indicazioni utili ad individuare e a meglio connotare i sintomi precoci che il bambino può manifestare, come la fobia scolare. A volte il genitore ha bisogno di negare il vissuto doloroso dell’esperienza di separazione del bambino, per sentirsi un genitore adeguato, ma ciò può portare il bimbo a mettere in atto anche comportamenti autolesionistici, in quanto chiare manifestazioni di un’inversione dell’aggressività verso l’adulto.

Porsi in ascolto delle paure dei bambini, individuando e riconoscendo eventuali difficoltà, è un passo importanti per aiutarli a riconoscere, affrontare e gestire tali emozioni.

Al fine di supportare i genitori nel difficile compito educativo, il Centro Italiano per la Psiche, mediante l’apporto dei propri professionisti, promuove Consulenze volte a facilitare e accompagnare i genitori nella comprensione dei bisogni dei bambini e dei problemi che i figli possono manifestare, così da discriminare una possibile fobia da un comportamento capriccioso, piuttosto che da un altro disturbo, in modo da proporre le più adeguate strategie d’intervento.

Il Centro Italiano per la Psiche

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